Area Naturale Marina Protetta Tavolara - Punta Coda Cavallo

Scritto da Aurelio Lentini. Postato in AREE MARINE PROTETTE

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L’Area Naturale Marina protetta Tavolara - Punta Coda Cavallo è stata istituita nel 1997 ed è situata nella parte nord-orientale della Sardegna, in provincia di Olbia-Tempio. Nel 2007, per le sue peculiarità, è stata classificata come Area Specialmente Protetta d'Importanza Mediterranea.
Il territorio della riserva si estende da Capo Ceraso all’Isola Rossa, a sud di Punta Coda Cavallo, e comprende le isole di Tavolara, Molara e Molarotto.


La zona è suddivisa in un’area di riserva integrale comprendente il settore sud-orientale dell’Isola Tavolara e l’area circostante l’isola Molarotto; una di riserva generale che include la fascia costiera tra Capo Ceraso e la caletta Sa Enas Appara, la zona di Capo Cavallo, il tratto di mare tra l’isola Molara e Molarotto e gran parte dell’isola Tavolara; una di riserva parziale che comprende il restante tratto di mare tra Capo Cervaso e la zona a sud di San Teodoro.
Dal punto di vista naturalistico i paesaggi emersi e sommersi della riserva sono fra i più belli e suggestivi dell’intera Sardegna: i fondali sono in prevalenza granitici interrotti di rado da qualche insenatura sabbiosa e ospitano una flora e una fauna coloratissime. L’isola di Tavolara è invece circondata da falesie attive, emerse e sommerse, molto imponenti nel versante meridionale; la fascia costiera è un continuo alternarsi di scogliere a picco e insenature sabbiose bianchissime come la spiaggia di Salina Manna, a ovest dell’Isola Rossa, quella del Golfo Aranci e quelle che circondano l’isola Porri.
Ma la cosa forse più eccezionale del territorio è il numero sterminato di calette e piccoli golfi che interrompono continuamente la linea di costa dando a tutta l’area un fascino davvero sconfinato.
Fra i punti di immersione più suggestivi segnaliamo la Secca del Papa, Tedja Liscia e la Secca di Punta Arresto, tutte ricche di una vegetazione policroma e una fauna spettacolare nascosta tra gli anfratti.


Aurelio Lentini
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