Sardegna, tra mirto e maestrale

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Italia

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Attirano più che mai, le sirene in Sardegna, e se il mare è “onirico” - un elisir di smeraldi, acquemarine e turchesi -, l’avventura è “vera”, tutta da vivere in circa duemila chilometri di litorale dall’incredibile varietà di forme nelle rocce, negli arenili e nel colore delle onde.


Si può iniziare a scoprire la Sardegna dall’area sud orientale – e del capoluogo, Cagliari -, dove spicca la celebre spiaggia del Poetto, seguita dalle coreografie pelagiche di Quartu Sant’Elena e della spiaggia Mari Pintau – “mare dipinto” in sardo, deve il suo nome all’acqua verde smeraldo – con la sabbia color oro, i ciottoli granitici levigati e gli scogli che disegnano un paesaggio magnifico con un fondale che declina dolcemente verso il mare aperto.
Anche Villasimius i suoi tesori li dispiega lungo le coste - e all’isola dei Cavoli, dominata da un ottocentesco faro che svetta al cielo per 37 metri -, e per farsene un’idea ci si deve recare a Capo Carbonara, che si staglia al termine di una penisola protesa verso sud. A destra il golfo di Carbonara, con in fondo capo Boi, a sinistra il piccolo stagno di Notteri, quindi il lunghissimo arco sabbioso della spiaggia di Simius, con la punta Molentis – “degli asini” – e, al largo, l’isoletta di Serpentara. Un paradiso da esplorare direttamente nel mare dalle acque cristalline o a bordo di imbarcazioni dal fondo trasparente, per indimenticabili “acquavideo” con percorsi che possono condurre - in un fondale di dieci metri - alla statua della Madonna del naufrago.

Da Villasimius e sino a sud di Capo Ferrato si snoda la costa Rei. A sud ovest si trova la laguna di Nora, con testimonianze dell’antica città sulla terraferma e sul fondo del mare. Dai reperti antichi al fulgore contemporaneo sulla costa tra Santa Margherita di Pula e Porto di Teulada, litorale caratterizzato da uno sviluppo frastagliato, con declivi aspri e dolci che digradano sino al mare alternati a calette sabbiose e a cordoni di dune di sabbia. Nell’esuberante vegetazione costiera, invece, spiccano vaste macchie di ginepro che conducono a Chia, banco di prova per provetti kitesurfing e surfisti. Contrasta con la ridente piana di Chia il granitico Capo Spartivento, caratterizzato da emergenze rocciose e dal faro che lo sovrasta. Nello spicchio nord occidentale sardo campeggia Alghero: acque cristalline e una costa che si snoda per circa ottanta chilometri in un susseguirsi di spiagge bianche frammiste a insenature e falesie.

Risalendo il litorale in direzione nord è imperdibile il promontorio di Capo Caccia che insieme all’Isola Piana costituisce un’area marina protetta, fra le più incontaminate e selvagge: sono celebri le sue grotte sottomarine il cui apogeo è dato dalla Grotta di Nettuno, da percorrere lungo una sequenza di laghetti, stretti passaggi e ampi saloni con colonnati nei quali la fantasia della natura ha disposto scenari fiabeschi giocando con stalattiti e stalagmiti.
Nell’estrema punta nord occidentale della Sardegna spicca Stintino. Le sue spiagge, quella delle Saline e soprattutto quella della Pelosa, sono spettacolari: acque smeraldine e torri spagnole per un tuffo anche nella storia. Prospiciente Stintino, l’Isola dell’Asinara, mare trasparente e l’omonimo Parco Nazionale.


Nel nord est sardo i riflettori sono puntati sull’Arcipelago della Maddalena - Parco nazionale dal  1996 -, dalle isole granitiche per una superficie complessiva di circa quarantanove chilometri quadrati e delle sette isole maggiori quattro si trovano vicino alle coste galluresi: Spargi, Santo Stefano, Maddalena e Caprera. Budelli, Razzoli e Santa Maria, invece, circondate da uno sciame di isolotti e di scogli, si affacciano sulle Bocche di Bonifacio. 

Si giunge, infine, in Costa Smeralda, sessanta chilometri di eco mondana con un mare, lo sa il mondo intero, che sembra un caleidoscopio di blu, verde e azzurro, il tutto lambito da pennellate di macchia mediterranea. La star della costa è Porto Cervo, e il “jet set”, qui, è di casa. Anche nell’attrezzatissimo porto turistico di Porto Rotondo, esattamente come in quello del Golfo degli Aranci.

Luciana Francesca Rebonato
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Sardegna: dimmi in che porto arrivi e ti dirò cosa vedere

Con le tante compagnie navali di traghetti per la Sardegna che partono da ogni dove in Italia, i possibili porti di attracco sull’isola sarda sono praticamente sparsi in ogni luogo della regione.
La Sardegna è infatti comodamente raggiungibile via mare, soluzione suggerita rispetto all’aereo per poter così portare con sé il proprio veicolo e girare i tanti luoghi di interesse presenti sull’isola. Vediamo nel dettaglio quali sono i principali moli in cui arrivare in Sardegna e cosa si può vedere nelle vicinanze.

Olbia
La città di Olbia si trova nella parte settentrionale della Sardegna. I traghetti che attraccano al porto di Olbia partono da Civitavecchia, Livorno, Genova, Piombino e Napoli.
La zona circostante è famosa sia per i numerosi reperti archeologici ivi scoperti, quanto per gli elementi naturalistici che compongono il ricco panorama paesaggistico di questa parte dell’isola sarda.
È proprio lì vicino che si trova l’incantevole Costa Smeralda e la stessa città di Olbia merita una visita approfondita: dalla Basilica di San Semplicio, alle numerose altre chiese e ai palazzi storici, sono tanti gli elementi che compongono il variegato panorama architettonico olbiese.

Porto Torres
Per Porto Torres la scelta fra i moli d’imbarco si riduce alle sole città di Genova e di Civitavecchia.
Porto Torres è il secondo porto della Sardegna, nonché il principale polo economico della città di Sassari.
La zona non è soltanto un importante snodo commerciale, ma anche un luogo caratterizzato da spiagge di incantevole bellezza.
Poco distante da Porto Torres si trova infatti Acque Dolci, un tratto di costa reso famoso da una spiaggia bagnata da acque limpide e poco profonde e dai tramonti che da lì si possono godere.
Verso Sud si incontra invece la spiaggia di Balai e la caratteristica chiesetta di San Gavino.
Se Porto Torres è l’arrivo scelto, non può mancare una sosta a Stintino e alla sua spiaggia, La Pelosa.

Golfo Aranci
Civitavecchia, Fiumicino, Piombino e Livorno sono i porti da cui si può partire alla volta di Golfo Aranci.
Questo tratto di costa, sito tra Olbia e Porto Rotondo, è uno dei preferiti dai turisti e dai vacanzieri per via delle numerose e incantevoli spiagge che lo caratterizzano.
Il litorale è un susseguirsi di Cale e di baie, alcune di più facile accesso, altre invece più impervie, alcune fatte di sabbia, altre invece di roccia.
Il Golfo Aranci è inoltre un vero e proprio paradiso per chi ama fare trekking: molto ricca l’offerta di percorsi disponibili, con passeggiate da fare immersi nella natura e interrotte qua e là da panorami mozzafiato.

Cagliari
Il capoluogo sardo è raggiungibile dai porti di Napoli, Palermo, Trapani e Civitavecchia.
Al di là delle bellezze storiche e monumentali presenti nella città, nonché al centro abitato di Pula e alle rovine di Nora, per chi sceglie questo porto d’attracco non può farsi mancare una visita a l’isola di San Pietro, così come alle punte di Capo Carbonara e Capo Teulada o alla spiaggia di Chia.

Arbatax
Per raggiungere Arbatax si può scegliere una nave con partenza da Civitavecchia, Fiumicino e Genova.
Arbatax è famosa per le numerose spiagge e per il mare mozzafiato che bagna quest’area dell’isola sarda.
Porto Frailis, le scogliere di San Gemiliano, il lido di Orrì e il Golfetto sono solo alcuni dei nomi noti di questo tratto di costa.



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