Portofino, i carati del Tigullio

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Italia

Portofino-700-350





Una Liguria esentata dal binomio “mare e rilievi” – così radicato nell’evidenza geografica – si potrebbe raccontare e proporre, ma sarebbe frammentario. Perché mancherebbe l’essenza di questa destinazione che su fondali e crinali incentra il suo fascino, nella quale l’uno è specchio dell’altro, soprattutto a levante di Genova, dove i paesi si arroccano, i terrazzamenti diventano sempre più ripidi e il pesto si addensa, come il dialetto locale, una parlata che a chi ligure non è pare una canzone “straniera”.


E gli stranieri, quelli veri, a Portofino non sono mai mancati, anzi. 

Le parole quasi si sprecano, quando si parla di Portofino e della sua famosissima “piazzetta” frequentata dal jet set internazionale, affacciata sul porticciolo in cui ormeggiano – dove in passato approdarono Riccardo Cuor di Leone e Federico D’Aragona - le Ferrari del mare, mentre il fronte compatto di case con le facciate color pastello si staglia come una quinta arrivando dalle onde. E’ proprio dalla barca che si può inquadrare il paesaggio disegnato lungo il tratto di costa tra Punta Chiappa e San Fruttuoso, con la coreografia di rocce adagiate sul mare.

San Fruttuoso si presenta con la maestosità del suo duecentesco complesso abbaziale di S. Fruttuoso di Capodimonte, restaurato dal Fai, che domina la spiaggia con le sue arcate irregolari e con le sue trifore.

Siamo alle pendici del Monte di Portofino - l’incontro tra l’anima montana e marittima della destinazione -, il cui promontorio è anche un Parco regionale, un’oasi botanica con circa settecento – e non sono poche - specie di piante diverse. Nel Parco Marino di Portofino, invece, eden per gli amanti delle immersioni e del diving, in estate è possibile partecipare anche a seawatching, vere e proprie escursioni in video-barca per osservare il mondo sommerso. Un’opportunità perfetta per gli amanti del mare che - non necessariamente - sono provetti sub: i partecipanti,  infatti, possono partecipare all’avventura seduti a bordo di un’imbarcazione del Servizio Marittimo del Tigullio, con tanto di un biologo marino dell’Istituto di scienze marine del Cnr e di un video-operatore subacqueo. Un vero e proprio documentario in diretta durante il quale sono gli spettatori e il biologo presente a bordo a “guidare” l’operatore subacqueo e “dirigere” le riprese video.

E nel mare c’è molto, molto da scoprire, per esempio il Cristo degli Abissi, statua bronzea posta nel 1954 sul fondale della baia di San Fruttuoso per volontà dei subacquei genovesi, con il significato simbolico di protezione di tutti i naviganti. Nei fondali dell’area marina protetta di Portofino, nella zona tra Punta del faro di Portofino e Punta Chiappa – dove l’attività subacquea è consentita -, si alternano diversi habitat e ci si può immergere in un mare di emozionanti snorkeling per ammirare, a pochi metri di profondità, la prateria di Posidonia oceanica, cavallucci e stelle marine. Questa zona è famosa anche per la presenza di antichi relitti di mercantili e velieri. Manieri e conventi, invece, sulla terraferma di Portofino: sopra l’abitato si staglia il castello di S. Giorgio, riadattamento di una fortezza medievale, trasformato nel 1870 in residenza privata del console britannico Yeats Brown. Poco distante, si trova l’omonima chiesa mentre, protetto vegetazione della macchia mediterranea, appena sopra la strada che costeggia il “Golfo dei Delfini” tra Portofino e Santa Margherita, sorge il trecentesco complesso della Cervara: splendidi il chiostro, il giardino all’italiana e la chiesa di san Girolamo.

Luciana Francesca Rebonato
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