Giamaica, onde di reggae

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Mondo

Blue-Lagoon-giamaica-700-350





C’è qualcosa di sensuale, nella linea ondulata dei suoi profili, nel modo in cui i venti scherzano con le palme e il mare accarezza le spiagge. E c’è anche un fascino ipnotico nel patois cadenzato dei suoi abitanti e nel ritmo del reggae, nel suo affiorare dal Mar dei Caraibi con litorali che sembrano di velluto mentre i fondali promettono – e mantengono – tutti i cliché delle attrattive tropicali.


Numerosi, gli scenari da set giamaicani che sotto i riflettori ci sono stati più volte e per film – piaccia o meno il genere – considerati “evergreeen” come “Agente 007 - Licenza di uccidere”, che vede Sean Connery nei panni di James Bond. Il luogo “bondiano”? La spiaggia di Ocho Rios, dove l'attore incontra la prima bond girl interpretata da Ursula Andress, che esce in bikini bianco dalle acque cristalline di Crab Key Beach. Da allora la spiaggia è conosciuta come la James Bond Beach e se si è fanatici del genere si può anche alloggiare nella lussuosa villa di Goldeneye, sognando avventure simili.

Ocho Rios non ha, come invece il nome suggerisce, otto fiumi. È il giardino della Giamaica e il luogo dove, come dicono i giamaicani, il cielo si disperde nel mare. Esotica, con le celebri cascate Dunn’s Rivers - il cui fiume si getta nel mare – che sono irresistibili. Quintessenza dei Carabi è anche Montego Bay, circondata da spiagge di sabbia bianca e con acque trasparenti, mentre nell’estremo spicchio occidentale si distende l’epicentro dell’edonismo giamaicano, Negril. La sua carta vincente? Un lembo di spiaggia bianchissima lungo undici chilometri, frastagliate scogliere, un’acqua cristallina, giorni spensierati e notti all’insegna del divertimento: Negril accoglie i suoi ospiti con una strizzatina d’occhio che richiama l’idea del motto del luogo, “do as you please” (fai ciò che ti piace). Nascosta nel punto più occidentale dell’isola, Negril è veramente scenografica e i suoi tramonti stordiscono più del proverbiale rum giamaicano.

A levante, invece, si staglia una costa tutta curve punteggiata da villaggi di pescatori e da solitarie insenature di roccia o sabbia fine, mentre il mare si impenna davanti alla costa e le correnti formano onde titaniche che si infrangono sulle scogliere e sulle spiagge. Il cuore della regione è Port Antonio: un tripudio di orchidee, palme e pimento e una laguna, la Blu Hole, chiamata anche Blue Lagoon, tanto spettacolare da girarvi – negli anni Ottanta – l’ominimo film, “Laguna blu”: il colore dell’acqua, un blu straordinariamente intenso e trasparente, è dovuto alla sua profondità. A incorniciare questo tratto di mare, alimentato da correnti, provvede una vegetazione fittissima, rigogliosa e lussureggiante.


Passando alla costa meridionale giamaicana gli amanti del mare devono puntare direttamente su Treasure Beach, poi possono esplorare un fiume tropicale nel selvaggio entroterra dell’isola, pescare un bel dentice e cucinarlo sulla spiaggia oppure andare a giocare al Manchester Golf Club, il più antico dei Caraibi. Non solo. Qui è possibile gironzolare tra le colline senza mai percorrere gli stessi sentieri, scoprire spiagge deserte, mangiare pesce alla “escoveitch” a Border, assaggiare i gamberetti piccanti di Middle Quarters e miscelarsi un rum secondo i propri gusti nelle distillerie Appleton

Queste sono solo alcune delle tentazioni a cui è impossibile resistere, come un’escursione al “Lover’s Leap” - il salto degli amanti -, una scarpata alta 480 metri a precipizio sull’acqua blu del Caribe.


Luciana Francesca Rebonato
Web Content Manager
Tutti i diritti sono riservati

 









Booking.com


Articoli Correlati